Fin qua la leggenda, ma la storia, quella vera, ci consegna la fondazione della Scuola Medica Salernitana avvenuta nel medioevo intorno al IX secolo. Abella Salernitana era una delle medicesse, le donne che operavano nell'ambito della Scuola Medica: un insieme di personalità femminili che divennero famose col nome di Mulieres Salernitanae e che svolsero un ruolo particolarmente importante nella pratica e nell'insegnamento della medicina, lasciando anche diverse opere teoriche di approfondimento.
Nel corso del tempo tante, tantissime donne hanno svolto mestieri considerati maschili, solo per uomini.
Quante donne nel corso dei secoli sono state protagoniste, sono state donne straordinarie in diversi settori?
Quante hanno contribuito allo sviluppo e al benessere della società? Quanto è importante per tutti noi diffondere modelli femminili di riferimento?
Le tante impronte di queste donne non si riconoscono, le loro figure sono state dimenticate, pur avendo compiuto azioni determinanti tanto quanto quelle dei colleghi che invece hanno il loro posto nell’Olimpo dei grandi uomini. Sui testi di storia e di scienza le donne non sono presenti, e altresì in altre sedi se ne parla in modo poco strutturato e sistematico, mai con una visione d’insieme.
Nel saggio di urbanistica di Kevin Linch dal titolo “L’immagine della città” l’autore parla di leggibilità in senso lato e di “chiarezza apparente”, ossia “la facilità con cui le parti del paesaggio urbano possono venir riconosciute”. E se questo fosse il problema della NON visibilità delle donne che nel corso del tempo hanno contribuito al progresso e alla scienza?
E da questa leggenda e dal concetto di leggibilità di Linch nasce l'Atlante storico geografico GrandiDonne.
Valeria Casati, è l'autrice della mappa mentale di 'donna immagine città'.
Privacy and cookie policy
Copyright © design immagini contenuto sito di ci