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La storia dell’archeologia è anche una storia di (in)visibilità femminile, dimenticata e non raccontata. Questo viaggio nell’archeologia e il femminile permetterà di riscoprire come le donne hanno abitato, costruito o ispirato lo spazio nel tempo.
Questa prima serata sull'archeologia è dedicata a diffondere la conoscenza dell’archeologia di genere e delle minoranze, tra storia e importanza per l’equità.
Per molto tempo l’archeologia tradizionale ha proposto una visione del passato filtrata quasi esclusivamente attraverso lo sguardo maschile: gli uomini erano descritti come cacciatori, guerrieri e protagonisti dell’evoluzione culturale, mentre le donne apparivano relegate ai margini della narrazione.
L’archeologia di genere nasce per offrire una visione più equilibrata del passato, superando il punto di vista tradizionalmente maschile che dominava l’archeologia. A partire dagli anni Settanta si è iniziato a studiare come i ruoli e le identità di genere abbiano condizionato le società antiche.
Questo approccio non si limita a rivalutare la presenza delle donne nella storia, ma analizza il genere come costruzione culturale che incide su aspetti sociali, economici e simbolici. Le ricerche esplorano temi come la divisione del lavoro, le rappresentazioni del corpo e della sessualità, i rapporti di potere e i modelli religiosi.
Tra le principali promotrici di questa prospettiva vi sono Margaret Conkey, Joan Gero e Ruth Tringham, che negli anni Ottanta misero in luce il carattere androcentrico di molta ricerca archeologica. Ma anche figure precedenti, come Marija Gimbutas precorritrici dell’archeologia di genere con le sue teorie sulla “Vecchia Europa” e sul culto della Dea Madre.
Parleremo anche del più ampio campo dell'archeologia delle minoranze, la quale studia le tracce materiali, culturali e simboliche lasciate da gruppi sociali storicamente marginalizzati o non rappresentati nelle narrazioni ufficiali. Essa si propone di dare voce e visibilità a comunità etniche, religiose, linguistiche o sociali minoritarie, analizzando i loro insediamenti, i manufatti, le pratiche quotidiane e i luoghi di memoria. L’obiettivo è ricostruire una storia capace di evidenziare la pluralità delle esperienze umane e di mettere in discussione i modelli dominanti attraverso cui il passato è stato interpretato.
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Ospiti, moderatori e moderatrici
Mariarosaria Barbera, archeologa, ha diretto le Soprintendenze della Sardegna, Toscana, di Roma e il Parco Archeologico di Ostia antica. Autrice di più di un centinaio di pubblicazioni scientifiche. Negli ultimi anni, si è dedicata agli studi di genere nell’epoca antica, pubblicando: Donne romane in esilio a Ventotene. L’opposizione politica femminile tra Augusto e Domiziano; Donne al potere in Oriente e Occidente fra Tardoantico e Medioevo; Impronte di donne. Realtà femminili nell’antichità classica; Donne e violenze di guerra. Uno sguardo sull'età antica
Mariassunta Cuozzo, professoressa associata di Etruscologia e Antichità Italiche presso L’Università del Molise dal 2005. Dal 2010 è direttrice dello scavo nell’abitato etrusco-sannita di Pontecagnano in Campania. Tra i suoi lavori: Reinventando la tradizione (Pandemos 2003), Un contesto “principesco” femminile da Pontecagnano (Pandemos 2023) e con Alessandro Guidi , Archeologia delle identità e delle differenze (Carocci 2013).
Patrizia Gioia, archeologa, è stata responsabile della conservazione, musealizzazione e valorizzazione del giacimento pleistocenico di Casal de' Pazzi, di cui ha curato il progetto museologico. Dal 2008 è professore a contratto presso l'Università degli Studi di Roma "La Sapienza", dove insegna "Informatica per l'Archeologia" e "Museologia Archeologica".
Sonia R. Marino, architetta, european ergonomist certificata a Bruxelles, fondatrice di:
- ‘donna immagine città’, promozione delle pari opportunità e contrasto agli stereotipi.
- Integronomia, ricerca, formazione, consulenza e progettazione in ergonomia/ingegneria dei fattori umani e sostenibilità, applicate a wayfinding, ambienti fisici e virtuali, design e postazioni di lavoro, progettazione multisensoriale e della piacevolezza, luce/colore/fattori naturali. Pubblicazioni in ergonomia e sostenibilità.
GrandiDonne è una delle tante attività ideate nell'ambito di 'donna immagine città' per la diffusione e informazione di buone pratiche sull'Equità. Altre attività di diffusione sono:
- Atlante Storico Geografico GrandiDonne
- Podcast: Vi Raccontiamo 1 Storia
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Stefania Capati, direttrice Radio Tuscia events.
Domenico Creazzo, imprenditore edile interessato a tematiche sociali e diritti. Di suo particolare interesse l'analisi della Costituzione italiana.
Eleonora G. Giallombardo, consulente comunicazione.
Giulia Parini Bruno, giornalista, NuoveRadici APS.
Mehret Tewolde Weldemicael, esperta di diversity&inclusion, vicepresidente Associazione Le Réseau e CEO di Italia Africa Business Week.
Leda Tripodi, ASVIS Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile.
Casimiro Vizzini, medico, già segretario generale dell’European University Alliance for Global Health. Attualmente consulente dell'Africa-Europe Foundation e responsabile Human Cell Atlas presso l'UNESCO.
DONNA IMMAGINE CITTA' è promossa da: Integronomia ergonomia e sostenibilità; Istituto Nazionale Biostrutture e Biosistemi Consorzio Interuniversitario; Ergolab Unitus presso Dipartimento di Scienze Agrarie e Forestali dell'Università della Tuscia.
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